«Paris Bass un rischio, ma è un giocatore non comune…»

Abbiamo chiesto a Lorenzo Neri, uno dei maggiori esperti italiani di College, uno scouting report su Paris Bass, che sta provando a convincere la dirigenza reggiana.

Parsi Bass è l’oggetto dell’attenzione dei tifosi reggiani in queste settimane. La società sta ancora riflettendo sul da farsi, perché l’operazione commerciale è certamente non così leggera come si potrebbe pensare ma il giocatore ha messo in mostra di cosa è capace e ha impressionato un po’ tutti, addetti ai lavori e non.

E per tracciare un profilo, anzi un vero e proprio scouting report del giocatore uscito da Detroit Mercy, abbiamo chiesto la collaborazione del maggior esperto di College NCAA e di scouting in circolazione, Lorenzo Neri, redattore del blog “Ultimo Uomo”. Lui ci ha tracciato un vero e proprio scout del giocatore ora in maglia Grissin Bon che ha seguito per tutta la stagione disputata proprio nel Michigan.




STRENGHT
«Bass è un giocatore versatile in campo – commenta Neri -. Se andiamo a vedere la “stat line” (le riga delle statistiche, ndr) è piena in tutte le parti: punti, rimbalzi, a cui aggiunge anche diversi assist, stoppate. In difesa si può applicare grazie alla sua dimensione del corpo; la sa sfruttare a dovere. In attacco, poi, sa fare tante cose e seppur abbia un tiro non perfetto può essere considerato un’arma. Il ball-handling è avanzato per la sua stazza. In generale il giocatore ha talento: sente, capisce, dove attaccare, da una buona mano a rimbalzo difensivo, mette palla a terra bene da rimbalzo catturato e apre subito la transizione se il ritmo lo permette. Poi c’è l’atletismo. Di solito un grande profilo tecnico non ha sempre un fisico che lo eguagli, mentre lui lo è. E’ dotato di grande esplosività e sa arrivare al ferro sopratutto quando c’è ha la strada libera verso esso».

Paris Bass
Paris Bass

WEAKNESS
«Tra le cose in cui non eccelle c’è il gioco lontano dalla palla. Il motivo è presto detto: ha agito tanto con la palla in mano al College: aveva sempre il gioco in mano ed era contornato da poco talento. Ecco perché ha difficoltà a giocare lontano da essa. Il possesso era sempre suo quando c’era bisogno. Altri aspetti: non ama tanto contatti e – sempre per il motivo del non avere intorno tanto talento in NCAA – ferma spesso l’attacco quando gli arriva la palla. Lo fa per trovare ritmo, ma in Europa è un aspetto che deve cambiare. Lui ora è un ball-stopper. Non taglia verso il ferro quando è lontano dalla palla perché non legge bene la difesa. Deve migliorare anche se è molto giovane e si può lavorare su questo».

GIUDIZIO
«Se prendi Bass devi comunque seguire un programma di crescita per lui senza perdere di vista quello della squadra e di chi hai in casa, ovvio. Il giocatore mi piace ma bisogna capire qual è l’aspetto mentale che lo ha portato a uscire da Detroit. Se a Reggio hanno tutti buone impressioni per questo periodo è cosa molto positiva.
Per come è strutturata la Grissin Bon e a livello umano con giocatori italiani, se questi non sono chiusi in se stessi possono mettersi in condizioni di essere una sorta di “chioccia” per lui. L’ambiente reggiano potrebbe essere perfetto.

Poi c’è anche una questione burocratica che potrebbe consentire di avere una scappatoia se occorrerà farlo giocare maggiormente durante l’anno: se Reggio lo tessererà avrà ottenuto il visto; se volesse andare in A2 la squadra che lo ingaggia non dovrebbe spenderne un altro (in A2 i visti spendibili sono solo 2 nell’anno, ndr), e questo allarga il suo mercato. Bass è un rookie più giovane dei solito, dei Senior che escono normalmente dal College, quindi probabilmente ha un imprinting diverso da essi. E’ certamente un rischio. Lui non aveva mai preso in considerazione l’aspetto Europa prima delle vicissitudini di Detroit Mercy che sono state improvvise, pertanto – conclude Neri – è giusto che il processo di scelta o meno sia così lungo da parte di Reggio».