Parole da uomo di basket, di sport, ma anche da leader. Parole semplici che però significano tanto. Parole che, se non sapessimo che la scelta è ancora in sospeso, potremmo tranquillamente definire “da capitano”.
Pietro Aradori ha commentato il Torneo di Jesolo, chiuso dalla Grissin Bon al secondo posto dietro Venezia dopo aver sconfitto l’Hapoel Gerusalemme in semifinale; parlando della squadra, ma non solo.
«Buon weekend al torneo di Jesolo, con due belle partite combattute – ha scritto Aradori sul suo profilo Facebook – con Venezia non abbiamo portato a casa il risultato, ma torniamo a Reggio cresciuti come singoli, come squadra e con più consapevolezza di quello che possiamo fare».
La guardia biancorossa poi ha parlato lungamente di Amar’e Stoudamire, ex stella Nba ora all’Hapoel: «Abbiamo incontrato Amar’e Stoudemire, un grandissimo campione. Per anni l’atleta più devastante in Nba nel suo ruolo, autore di grandissime stagioni. E se vogliamo parlare in maniera spicciola, uno che ha guadagnato centinaia di milioni di dollari. Aveva in campo un atteggiamento umile, si è arrabbiato, ha lottato, ha chiesto scusa quando c’era da farlo, ha detto una buona parola quando c’era da dirla. Un Campione vero, nonostante avrebbe potuto guardare tutti dall’alto al basso. Invece non l’ha fatto. Spesso incontri giocatori che non hanno neanche il diritto di allacciargli le scarpe, che hanno avuto una carriera normalissima (nulla di male, anzi) e si atteggiano come fossero dio sceso in terra, credendosi MJ o Kobe. Più umiltà e meno atteggiamenti da fenomeni che aldilà di un canestro in più o in meno quello che fa la differenza e per cui si viene apprezzati sono i comportamenti che si hanno e cosa si trasmette su un campo da basket. Amo questo gioco anche per questo!».