L’amichevole contro Torino a Pavia, persa al supplementare dalla Grissin Bon contro l’Auxilium (QUI il recap) ci dà l’opportunità di tornare a mettere il focus su alcune situazioni individuali, che affrontiamo nella nostra rubrica #robatattica.
Oggi ci concentriamo in particolare su Delroy James e Riccardo Cervi, due dei lunghi biancorossi che hanno fatto le cose migliori durante il Memorial Aldo Di Bella.
James: l’uno contro uno dalla punta già una certezza
Qui vedete il filmato completo dei suoi punti contro Torino, che ora andremo un po’ a “spacchettare”; l’aspetto interessante è vedere come Reggio, in poche settimane, sia già stata in grado di mettere il giocatore nelle condizioni ideali per giocare il suo amato uno contro uno in palleggio, partendo da esterno puro spesso e volentieri dalla punta, fino a far diventare questa sua peculiarità già molto efficace.
I suoi canestri sono arrivati più o meno tutti dalla stessa situazione tattica, ma in modalità ogni volta differenti.
La velocità di partenza in palleggio, l’ottimo ball-handling e l’altrettanto solida capacità di concludere al ferro fanno sì che James possa attaccare in uno contro uno quasi tutti i lunghi del campionato italiano che si trova di fronte. Spesso sono più alti di lui, ma più lenti di gambe, come nel caso di Mazzola:
Il suo mancino è un punto ulteriormente a favore, ma come dimostra questa clip, James (volutamente mandato sulla sua mano debole da Mazzola) è in grado di concludere anche di destro:
E’ interessante infine vedere come la squadra abbia già ben chiaro cosa fare durante questa situazione tattica: l’area viene spesso svuotata e l’altro lungo (prova a farlo in questo caso Vigori, ma con tempi e spazi sbagliati) al massimo fa un taglio o blocca sul lato debole. Anche marcato da un giocatore della sua taglia e rapido come Wilson, James non ha paura ad usare il suo corpo, il crossover e concludere in traffico:
Riccardo Cervi e la “consapevolezza tecnica”
La clip mostra tutti i suoi canestri nella partita contro Pavia dove, dopo un primo tempo costellato da qualche errore, Cervi ha continuato a prendersi responsabilità offensive risultando poi fondamentale nella ripresa, dove ha collezionato tutti i suoi punti. Già questo è un punto di partenza differente dal passato: il Cervi di qualche anno fa si sarebbe “isolato” dopo i primi errori, quello di oggi invece continua a tirare.
IL TIRO DALLA MEDIA – Presupposto importante e spesso sottovalutato: se vi è capitato di vedere qualche allenamento biancorosso negli ultimi anni, vi sarete sicuramente accorti che Cervi ha sempre avuto la capacità di segnare dalla media distanza. Un conto è farlo lì, un conto è farlo in partita. E qui torniamo al discorso della consapevolezza già affrontato. Tecnicamente, quello che emerge è sicuramente una velocizzazione del movimento di tiro e del posizionamento dei piedi. Questo è un tiro che le difese tenderanno a concedergli; se diventa continuo può essere un’arma devastante e, perchè no, portarlo anche ad allargare il suo range fino ai 6.75.
IL POST BASSO – Maggior controllo del corpo e delle sue leve, più capacità di “assorbimento” del contatto anche se non necessariamente per guadagnare spazio: questi i due must che possono fare di Cervi un giocatore efficace anche spalle a canestro. Anche qui però dobbiamo tornare alle premesse: le basi tecniche per fare questi movimenti ci sono e non da oggi, quella che è maturata è la fiducia e sicurezza nei propri mezzi con cui Cervi ora scende in campo.
Qui contro Fall, che gli dà almeno 10 centimetri, Cervi comunque non ha la potenza per avanzare ma finisce con l’arretrare: lo fa però mantenendo l’equilibrio e non sbilanciandosi. Questo gli permette di prendere un tiro che, alle sue altezze, non è stoppabile in alcun modo.