E’ stato emozionante, diciamo la verità. Emozionante perché almeno alla vista interna adesso sembra un palazzetto quasi moderno. Emozionante perché dopo anni di promesse, almeno un gesto concreto è stato fatto. Emozionante perché vedere del nuovo in quel che prima pareva un hangar, un’azienda metalmeccanica degli anni ’60, qualcosa ha suscitato.
Però poi, a cuore con battito regolare e mente fredda vengono da farsi alcune domande. Ok che era un cantiere fino alla mattina di ieri, ok che è ancora un cantiere esternamente e – diciamo la verità – quello si vede in tutto il suo fragore, però giocare con degli strati evidenti di polvere ovunque era davvero necessario? In campo si è scivolato tanto, troppo. Lo hanno confermato anche coach Menetti e la dirigenza al termine del match.
E guardate che basta una scivolata per farsi male su serio (chiedete a Steph Curry, non al Bigi ovviamente, nel giugno scorso…). E allora ecco i ragazzi dell’impresa di pulizie che passavano con rigore ad ogni timeout il loro spazzettone che spostava solo la polvere ma non la toglieva.


Poi – e qui saremo di parte, ma ce lo concederete – come è possibile pensare ai tabelloni luminosi del punteggio in quelle posizioni? Dalla tribuna stampa non se ne vedeva mezzo (letteralmente, perché quello lato via Guasco si vedeva per un quarto) e i giornalisti – nonostante nel basket moderno sembrino sempre più un male necessario – un minimo ne hanno anche bisogno, cosa dite?
Verranno installati due tabelloni lato via Guasco e lato via dei Servi dalla parte opposta a quelli già presenti ieri e di questo ne prendiamo piacevolmente atto, però forse bastava mettersi in zona tribuna stampa per accorgersi che come sono sistemati ora son serviti a poco.
Elettricità che non arriva perché ancora non tutti gli impianti sono attivi (ecco uno dei motivi della fila all’ingresso, ovvero il mancato allacciamento asservito al controllo elettronico degli accessi degli stewart per chi entra), le uscite di emergenza su un cantiere, va beh, avete capito.
E’ stato fatto un gran lavoro, inutile far finta di niente e lungi da noi, però le finiture, quegli aspetti che permettono ad alcuni di lavorare (giornalisti e giocatori) e ad altri di valutare come confortevole la visione di una partita, si sono dimostrate in alto mare. Col senno di poi, forse due settimane in più sarebbero servite per garantire uno spettacolo ancor più bello di quel che già è stato.
E non sono dettagli. Sono aspetti fondamentali.