Sette vittorie di fila. Sette successi uno via l’altro che – dopo l’estate più che travagliata che la società è stata costretta a passare – sono qualcosa di pazzesco. Di non scontato, sopratutto. Perché in questo campionato, dove l’etichetta di “imprevedibile” pare essere quella più calzante per la sfida dietro alla stra-favorita Milano, la Grissin Bon è riuscita a costruire qualcosa di grande.
E si sbaglia chi pensa che questa squadra sia stata modificata poco. Cambiare degli equilibri, molto spesso, conta molto di più che avvicendare giocatori. Reggio ha trovato nuovi stimoli, una nuova filosofia, di costruzione del roster e di gioco.
La rinuncia forzata all’Eurocup poteva falciare anche un gigante. E invece da quel momento di instabilità forzata, Pallacanestro Reggiana è riuscita a costruire ancora una volta qualcosa di nuovo partendo dalla programmazione. Quel “piccolo” e prezioso ingrediente che pare crescere solo in determinate zone dello stivale cestistico ma che – dati alla mano – fa la differenza tra le comparse e le protagoniste.
E allora applausi a questa Grissin Bon, al suo staff tecnico, dirigenziale e alla sua proprietà, perché sette “doppievu” di fila in questa pazza Serie A dove basta imbroccare due stranieri e sei lassù – anche se questa non è mica una colpa. Anzi – stanno a significare che le scelte sono state azzeccate, con buona pace di chi vorrebbe dieci giocatori da 20 punti e nessun gregario.
La mole di quanto fatto fino a ora è enorme, immane. Non diamo per scontato tutto questo, però. Perché se la squadra è dov’è, lo deve soprattutto al non averlo mai fatto. Dirigenza e coach in testa. Impariamo anche noi, tifosi e addetti ai lavori, e ricordiamocene.