Tre sconfitte e otto successi. Record eccellente, e questo deve essere la prima considerazione da fare quando si parla di questa Grissin Bon a cui mancano soli due punti per raggiungere l’aritmetica qualificazione alle Final Eight di Rimini.
Però scendere nei dettagli anche delle tre sconfitte è doveroso e facendolo con i numeri (un aiuto ma non portatori di verità, giova sempre ricordarlo), scopriamo come questa formazione biancorossa abbia davvero due facce. Una nelle otto vittorie e una nelle tre sconfitte.
SQUADRA E SINGOLI
Le statistiche della formazione biancorossa sono piuttosto precise per quanto riguarda queste due situazioni, ed emergono principalmente due dati. Quando si vince, Reggio diventa una macchina di esecuzione e di movimento di palla, mentre quando si perde questa si blocca e spesso batte in testa, salvo momenti sporadici (vedi il finale di Brescia).
I 17.4 assist a gara delle vittorie crollano a soli 8 (ed è il dato peggiore della Serie A con Venezia e Trento, penultima e terzultima a quota 10.7 e 10.9). Insomma quando inizia a far fatica, la Grissin Bon si affida alle individualità e smette di far girare la palla e di giocare di squadra.
Altro dato importante anche se le variazioni non sono così significative come quelle degli assist è quello relativo ai tiri tentati da 2 e da 3 con rispettive percentuali. Nelle sconfitte Reggio tira di più da 3 e molto meno da 2 (tre tiri in meno a gara) ma soprattutto vede le percentuali da dentro l’area crollare dal 60 al 46%. Meno efficacia da sotto a fronte di tre tiri in meno.
Una conferma? Nelle vittorie Riccardo Cervi si prende 8.1 tiri a gara, mentre nelle sconfitte 5 a fronte di minuti giocati identici: 3 palloni in meno a gara al centro biancorosso. E considerato che Lesic si prende 3 tiri circa sia nelle vittorie e nelle sconfitte ma non può essere considerato un solo giocatore di area e altrettanto Polonara e James che ricevono spesso e volentieri sul perimetro, questo è un dato significativo.
Insomma quando Reggio è andata in difficoltà – e fortunatamente c’è andata davvero poche volte quest’anno – ha cercato di uscirne con le individualità, tirando dall’arco e andando poco nel pitturato.
Questo fa tutta la differenza del mondo per le avversarie, che devono lavorare decisamente meno.