Seconda sconfitta in fila per una Grissin Bon con roster ridotto ma – soprattutto – secondo KO con modalità “squadra spenta”.
Al PalaRuffini la squadra biancorossa ha confermato il momento di difficoltà a creare il suo gioco e stare nel suo ritmo: solita “sparatoria” dall’arco per provare a cavare qualcosa, soliti 1vs1 per lo stesso motivo nei momenti di difficoltà palese.
Però abbiamo voluto isolare due aspetti della gara di ieri sera che possono aiutare a spiegare il KO. Rimbalzi offensivi e in specifico i punti da rimbalzo d’attacco per Torino, e il lavoro di Derek Needham nel secondo tempo e nel terzo quarto in special modo, quello decisivo per la sfida con la Fiat che ha toccato anche il +15.
RIMBALZI OFFENSIVI
Tanti, 9, per Torino e molti di essi hanno generato punti diretti o indiretti (tiri liberi). Alla fine parliamo di cinque casi specifici che hanno prodotto per i piemontesi 11 punti. Praticamente a ogni rimbalzo offensivo, la squadra di Vitucci riusciva a produrre qualcosa. E questo sarebbe sbagliato giustificarlo con “colpa dei lunghi” perché il lavoro a rimbalzo è anche degli esterni e spesso collima con le parole “attività e reattività”. Reggio non le ha da qualche gara e contro una squadra verticale e attiva come Torino questo è stato portato all’eccesso.
Ok, Cervi in questo caso viene sbilanciato e va fuori dal campo, non poteva contestare il secondo OR, però i compagni non fanno nulla.
Qui c’è un rimbalzo lungo, sempre complicato, ma guardate quanti giocatori di Torino ci sono su quel rimbalzo….
Qui l’errore è palese (James) e la schiacciata di Washington fantastica, ma al di là dell’errore è proprio un fatto di disattenzione e poca attività.
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…anche qui Lesic viene spazzato via da un refolo di vento, perché White nemmeno ci mette il corpo per questo rimbalzo d’attacco…
Qui Washington (non a caso uno dei più attivi e reattivi della Serie A), taglia davanti a due reggiani. Gli altri due (Cervi prova la stoppata) della Grissin Bon? A guardare
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IL RITMO DI NEEDHAM…
Altro problema che è parso via via più evidente in queste sfide reggiane è l’apporto in playmaking di Derek Needham. E, premessa: che sia un difensore sulla palla fuori scala, forse il migliore della Serie A, nessuno lo mette in dubbio. Ma perché sta attraversando un momento di così scarsa lucidità offensiva e di ritmo? Nel terzo quarto fa tre azioni a metà parziale dove non la fa nemmeno annusare ai compagni. Poi altre quattro dove si eclissa e Reggio prova a tornare sotto da Cervi (….dimenticato dai compagni troppo spesso), poi si prende un altro tiro senza guardare nessun compagno. E lasciamo stare che questi tiri possano anche (due volte) entrare; è una questione di ritmo che dai all’attacco. Needham ha pensato di mettersi LUI in ritmo, ma per farlo ha fatto deragliare i compagni, che se non tocca palla non lo cercano e – viceversa – se lui la prende, non cerca nessuno. Oggettivamente questo aspetto del play reggiano sta iniziando a diventare un problema se tutto non gira a mille come quattro gare fa.
Canestro, ok, questo ci può stare…
…azione successiva…
…terza azione di fila, canestro ma i compagni “guardano” da 1’20”…
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Poi 5′ di nessuna responsabilità e con De Nicolao in campo al suo fianco che prova a innescare Cervi, Aradori che prova a tornare in ritmo e poco altro attorno, e all’improvviso una transizione offensiva da rimbalzo catturato di questo tipo, che ci può stare come tiro in se…ma il ritmo??
Chiaro che se li avesse segnati tutti saremmo qui a discutere di nulla, ma il ritmo di questa Grissin Bon, che ora manca e manca tantissimo, viene gestito anche e soprattutto da lui e De Nicolao. Se Needham prova a trovare il ritmo per se in questo modo, per la Grissin Bon diventa dura se si trova al -14.