Quarta sconfitta nelle ultime cinque gare al PalaBigi. La Grissin Bon è ancora convalescente, anche se quanto messo in mostra nel mattinèe di ieri contro Avellino è decisamente incoraggiante dopo la settimana di ritiro (che probabilmente proseguirà anche durante questa settimana, anche se non da domani ma post amichevole di Cavezzo). Leadership che è tornata sulle spalle degli italiani, gerarchie e qualche sprazzo di buon basket.
Però…però non è arrivata la vittoria, che avrebbe aiutato il malato a sfebbrarsi e – pertanto – diventa ormai prioritario il successo a ogni costo contro Pesaro domenica.




Ma restando sulla gara di ieri, cosa è andato e cosa no nella squadra biancorossa? Proviamo a decriptarlo con i nostri #Analytics.

+45/-45: è il dato relativo al plus/minus degli italiani confrontato con quello degli stranieri. E’ vero, è un risvolto evidente rispetto a quel che ha detto il match e che è sicuramente una tantum, ma evidenzia qualcosa che pare chiaro: due facce della stessa medaglia. Questa è la nuova gerarchia, che mancava e che era stata stravolta, ma 90 punti di Delta sono troppi e non è un caso che Della Valle, quello che ha giocato più minuti con il secondo quintetto, sia quello con il +/- minore.
Serve che tutti gli stranieri – per le loro competenze – diano qualcosa in più e capiscano DOVE devono darlo. Vincere in 7 in Regular Season si può, ai playoff (si spera), sarebbe altra cosa.

78: sono i punti subiti nei 40′ di gioco e questo – rispetto a quanto visto nelle ultime uscite contro squadre certamente non con il talento di Avellino – è un dato incoraggiante e che ha mostrato tratti di buon affiatamento dietro. Quello che serve. Peccato per i primi 4′ del quarto parziale e i primi 2 del supplementare, dove la Grissin Bon ha pagato tanti non tenendo mai gli 1vs1 e subendo sotto.




8: sono le partite che restano per provare a raddrizzare una classifica che si fa sempre più a rischio per Reggio. Quattro trasferte e quattro gare in casa: all-in per provare a raggiungere i playoff e – in caso – farlo nella migliore posizione possibile. Anche se, diciamolo, se questa squadra trova quadra e ruolo per ciascuno, ha tutto per fare filotto e arrivare ai playoff diventando la mina vagante vera del tabellone. Serve uno sforzo ancora, servono dedizione e sacrificio. Chiaro che lavorare con tranquillità è un conto, farlo con la classifica che ti ricorda che non puoi sbagliare è tutt’altra cosa.