Vittoria netta, mai in discussione per la Grissi Bon, che approfitta dell’emergenza di Brescia per metterla da subito alle strette e gioca con grinta e determinazione per tutti i quaranta minuti.

Successo largo che fa morale, dopo quello ottenuto a Pesaro settimana scorsa, e che permette ai biancorossi di restare in piena zona playoff, nonostante una classifica che si accorcia in modo impressionante.




Dove ha vinto questa partita Reggio? Probabilmente su ambo i lati del campo e – soprattutto – sotto l’aspetto mentale: partire forte in queste gare che paiono semplici è l’aspetto chiave per non farsi sorprendere da spiacevoli eventi. E così la Grissin Bon ha fatto.

Nei nostri #Analytics proviamo a scegliere tre numeri del match di ieri sera.

36, 8/!3, 12: sono i punti realizzati, le triple segnate/tentate e gli assist…si, gli assist…del primo quarto reggiano (29…ventinove, alla fine). Come sopra: partire forte e azzannando alla giugulare una squadra ferita è il modo migliore per non complicarsi la vita poi. Reggio lo ha fatto e l’ha fatto bene. Perché tirare da 3 non è vietato, ne’ è un reato. Se lo fai in ritmo acquisti ritmo stesso e la Grissin Bon quei tiri doveva prenderseli. Ottima lettura della zona e del match.




5: sono le palle recuperate, sempre nel primo quarto biancorosso. L’attacco ha impressionato ed è quello che alla fine mette insieme i dati “da titolone”, ma la realtà è che Reggio ha approcciato la gara contro la Germani nel modo migliore anche in difesa, soffocando Landry e soci e costringendoli a 7 palle perse in un quarto. I recuperi, alla fine, sono stati 10: il 50% in quel primo quarto…Chi ha detto “approccio corretto alla gara”?

14,26: sono i minuti in campo rispettivamente da chi ha giocato meno (Gentile) e di chi è rimasto sul parquet di più (Della Valle). Rotazione ampia nella quale ora manca solo Williams – che rientrerà domenica a Capo d’Orlando – che ha consentito a tutti di riposare ma di poter dare il proprio contributo fattivo alla vittoria, vedi Strautins. Ora sta a coach Menetti trovare la chimica corretta in queste rotazioni ampie, che ad andare a fine stagione potrebbe essere una lavoro a tempo pieno, ma che per gli eventuali playoff si potrebbe tramutare in un’arma chiave.