Sconfitta devastante per la Grissin Bon. Non nel punteggio né nell’arco dei 40′, ma per modo in cui è maturata e per velocità degli eventi. Un crollo inspiegabile nel quarto parziale, dove è stato vanificato in maniera sciagurata quanto di ottimo costruito (perché la partita di ieri di Reggio è stata ottima, con buona pace di tutti) fino a quel momento.

La serie non è finita, ma il Mortirolo che la squadra reggiana deve scalare è davvero irto. La storia insegna che un 2-0 non chiude una serie, vero, ma quando questa è a 5 gare e non a 7 dice tanto.




Dice che Reggio ora è spalle al muro, e si trova in questa posizione a causa sua e delle due gare giocate. La prima tremenda come atteggiamento, la seconda tremenda per il risultato rispetto a quanto costruito.

I motivi? Quasi inspiegabili. Però proviamo a farlo – come di consueto – con i numeri.

38; -1: sono le valutazioni di Avellino e di Reggio nel quarto parziale. La gara è tutta qui, si è decisa in questi dieci minuti. Una squadra in palla contro un pugile suonato, barcollante e col viso emaciato. La Grissin Bon era sulle gambe ed è stata infilzata come un tordo da quel fenomeno che è David Logan e dalla garra guadagnata dagli irpini.
Come gettare a donne di facili costumi trenta minuti di durezza mentale, lucidità e intensità di altissimo livello: livello PRO.

10, 10, 10, 10, 9, 1: sono i minuti concessi a De Nicolao, Kaukenas, Aradori Polonara, Wright e Cervi nel quarto periodo. Rotazioni ridotte all’osso che hanno fatto cadere a pezzi le gambe dei reggiani, resi prevedibili e lenti sia in difesa sia in attacco. Reggio ha perso lì questa gara2. L’ha persa nello scegliere di puntare su di un quintetto che ti aveva reso sì discretamente bene fino a quel momento, ma che si è trovato con la lingua che toccava le ginocchia e contro avversari rinvigoriti da ogni canestro segnato.




19 minuti per Kaukenas nella ripresa. 15 filati per Aradori, ottimo fino a quel momento ma che ha pagato uno sforzo enorme con così tanti minuti. 0 per Della Valle.

3: sono le partite che ora Reggio deve vincere, consecutivamente, per passare il turno. Chimera? Forse. Ma…”non è finita finché non é finita”. Il de profundis verrà cantato quando Avellino vincerà la serie. Prima c’è ancora un quarto da giocarsi e chi lo nega è preconcetto. E allora, visto che ora il teatro sarà il PalaBigi e gli attori tutti i tifosi, lasciamo l’Estrema Unzione a chi ha le verità in tasca e chi “l’ha già vista”. Gli altri pensino che, appunto, non è finita finché non è finita.