Aveva altre proposte Leonardo Candi. Ma alla fine ha scelto Reggio semplicemente perché…«è la squadra giusta per me». Parole del nuovo play biancorosso “blindato” con un contratto quinquennale e presentato questa mattina ai media nella sede di via Martiri della Bettola.
«Lo seguivamo da tempo e ci ha colpito per le sue qualità caratteriali prima ancora che tecniche – spiega il ds Alessandro Frosini – La trattativa non è stata semplice, ma siamo contenti di aver con noi un giocatore già esperto nonostante la giovane età e che in prospettiva penso diventerà uno dei migliori in Italia nel suo ruolo».
Parole al miele ricambiate dal neo acquisto. «Sono felice di essere qui, carico e convinto della scelta di aver sposato la Pallacanestro Reggiana. Ho già parlato con coach Menetti: Reggio è il posto ideale per imparare, crescere e migliorare. E poi qui ha giocato il mio idolo, Gianluca Basile. Un motivo in più per fare bene».
Attualmente impegnato con la nazionale Under20 nella preparazione in vista degli Europei di Creta che si svolgeranno dal 13 al 20 luglio, Candi non dimentica il suo passato recente. «La Fortitudo è qualcosa che ti rimane dentro, un Dna che ti forma a dare sempre il massimo anche nei momenti difficili, a non mollare mai, ad essere un tutt’uno con il pubblico. Sarò sempre un tifoso fortitudino e non vedo l’ora di giocare, e magari vincere, i due derby con la Virtus. Boniciolli dice che sono il quarto miglior play italiano? Non lo so, non credo, ma di certo sono qui per diventare un giocatore migliore. La serie A e l’Eurocup sono due esperienze per me nuove che sono certo mi regaleranno emozioni».
Magari come quella del canestro da tre decisivo messo a segno contro Trieste in gara 4 di semifinale qualche settimana fa. «Mi considero un ragazzo fortunato, ad aver già vissuto alla mia giovane età, sensazioni come quella: il boato dei tifosi dopo quel canestro non lo dimenticherò tanto facilmente. Anche perché è stato il mio ultimo canestro fortitudino».
A Reggio erediterà lo stesso numero di maglia che aveva a Bologna, la numero 7. «Ci tengo perché era il numero di maglia di mio padre quando giocava a calcio. Anche io ho giocato, ero un’ala destra. Sono tifoso del Bologna fin da quando ero bambino». Dopo CR7 avremo quindi un CL7? «E’ un giochino che ci sta, ma non credo di essere all’altezza di Ronaldo. E poi il mio idolo nel calcio è Messi che si chiama come me».
Gabriele Cantarelli