Sconfitta meritata. Inutile recriminare sui tanti fattori avversi della gara di ieri sera contro Pesaro, dalla terna molto zelante, ai tanti liberi tirati dalla Vuelle, ai canestri impossibili realizzati. La Grissin Bon ha palesato ancora tanti difetti, che probabilmente la gara contro Avellino aveva mascherato: è una squadra giovane e questo fa parte del gioco. Ma quella di ieri è una gara persa.
Nel nostro #Analytics proviamo a estrapolare tre numeri che possano dare una chiave di lettura alla sconfitta contro la squadra pesarese di Spiro Leka.
40: sono i punti concessi da dentro l’area a Pesaro dalla Grissin Bon. Tantissimi, considerato che la difesa reggiana tende – in diverse occasioni – a portare spingere il penetratore contro Riccardo Cervi. Se però la prima linea difensiva, vale a dire gli esterni (escluso Amedeo Della Valle che ieri ha giocato una partita difensiva ottima, e questo va detto e sottolineato) non lavorano come devono, allora anche avere un rim-protector come il neo capitano biancorosso conta il giusto.
5-2: sono le palle recuperate dalla Grissin Bon rispettivamente nel primo (quattro delle quali nel primo quarto) e nel secondo tempo. Dato che dice qualcosa (non tutto) di come la squadra biancorossa si sia adeguata a un certo tipo di gioco e di ritmo, durante la gara.
Vero è che Pesaro era tutt’altro che battuta e annichilita nel primo tempo, tutt’altro, ma la mancanza di aggressività della Grissin Bon è un fattore che non deve mai mancare. Se manca sono guai grossi, anche in casa.
-10: è il +/- di Manuchar Markoishvili. Prendiamo questo dato a riferimento per un discorso più articolato: serviva leadership in vari momenti del match, e il georgiano – ieri sera – non è parso così lucido e in grado di portarla alla causa. In quei momenti dove sarebbe servita calma e gestione, Reggio ha mantenuto il piede pigiato sull’acceleratore. Peccato di gioventù, vero, ma è proprio in quei momenti che serve qualcuno con esperienza che detti i ritmi. Tutti i giocatori che hanno disputato Eurobasket stanno faticando un po’, è un dato d fatto. Markoishvili non è da meno