Kiwane Garris, in maglia biancorossa

Quando nel settembre 2003 arrivò a Reggio, per volere di Massimo Grisanti, qualcuno storse il naso.

Eppure, Kiwane Garris, in poco più di 60 partite giocate con la maglia bianco-rossa, si è guadagnato un posto d’onore nella “hall of fame” dei migliori play nella storia della Pallacanestro Reggiana.

Sua la leadership “silenziosa” in campo con la squadra che agli ordini di Fabrizio Frates conquistò contro ogni pronostico la promozione in serie A1. Ancor più decisivo il suo contributo l’anno successivo con la cavalcata di Forlì che portò la Bipop a sfiorare una storica Coppa Italia.




Nato a Chicago nel 1974, una carriera vissuta quasi interamente in Europa (dieci anni in Italia tra Reggio, Bologna, Milano, Osimo, Montegranaro, Ragusa, Venezia oltre a Germania, Polonia, Francia e Turchia), ora “Kiwi” vive in Georgia, ad Alpharetta con i tre figli e la moglie Syleena Johnson (nota cantante R&B e protagonista col marito del reality show “Marriage Boot Camp”). Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per inaugurare con lui la stagione 2018 di #teloricordi.

 

Ciao Kiwane, innanzitutto come stai e che fai di bello nella vita?

Sto bene, grazie. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, ho cominciato a insegnare attività sportiva alla Fulton Science Academy di Alpharetta, la città della Georgia dove vivo con la mia meravigliosa moglie Syleena, che ho sposato undici anni fa, e i tre “eredi”: Kai di 17 anni, Kiwane Jr di 11 e Kingston di 7 anni.


Kiwane in versione coach al Future Superstars Basketball Camp

Tempo per il basket ne rimane?

Non potrei vivere senza palla da basket in mano. Alleno la squadra della scuola e seguo anche i miei figli nei rispettivi team. In più ho una mia fondazione che organizza ogni estate il “Future Supertars Basketball” Camp dando la possibilità a tanti bambini di avvicinarsi a questo sport. Non da ultimo, ho partecipato (e vinto, nel 2017) ai tornei “Ultimate Hoop”. Nella mia squadra c’era anche Sam Hines, ve lo ricordate?

 

Certo, fu protagonista con te di quella indimenticabile Final Eight di Coppa Italia a Forlì.

Sam a Forlì fu eccezionale, come tutta la squadra. Arrivammo un po’ stanchi in finale, ma ce la giocammo contro uno squadrone come Benetton. Quella fu una delle tante belle pagine scritte con la Pallacanestro Reggiana. Arrivai a Reggio in Legadue per fare coppia nel ruolo di guardia con il mio amico Alvin Young. Quella promozione fu fantastica: ricordo l’entusiasmo dei tifosi, le tante feste nei giorni successivi.

KG con i tre figli: Kai di 17 anni, Kiwane jr di 11 e Kingston di 7

 

C’è una partita in particolare che ricordi?

La gara di ritorno a Bologna contro la Fortitudo nell’anno della serie A1. Mi ero fatto male ad un occhio in allenamento e fui costretto a giocare in condizioni menomate con due occhiali degni di Kareem Abdul Jabbar. All’inizio non vedevo nulla. Ma poi mi scatenai arrivando a sfiorare la tripla doppia (18 punti, 9 rimbalzi, 8 falli subiti).



Cosa ti è rimasto di Reggio e dell’Italia?

Come dico sempre, l’Italia è la mia seconda casa avendoci vissuto più di dieci anni. Di Reggio ricordo le cose buonissime mangiate nei ristoranti, i tifosi fantastici e quel palazzetto che era davvero un valore aggiunto per tutta la squadra. Da qui ho continuato a seguire i grandi risultati fatti negli ultimi anni dalla Pallacanestro Reggiana, davvero una escalation formidabile ripensando ai miei tempi quando si lottava per la salvezza.

 

Con la moglie, la cantante R&B Syleena Johnson

Quando non alleni o giochi a basket, che fai?

Cerco di stare più tempo possibile con la mia famiglia. Con il piccolo Kingston giochiamo ai Lego ogni mattina, ma amo anche leggere e ascoltare buona musica.

 

 



Stai forse pensando di lanciarti nella carriera musicale?

Oh no, mia moglie mi ucciderebbe! In famiglia quella che canta è lei, io sono molto più bravo con la palla da basket in mano.

Tornerai a Reggio un giorno?

Mi piacerebbe organizzare un camp per i giovani in Italia, sto cercando degli sponsor per provarci. Ma innanzitutto mi piacerebbe tornare a Reggio per rivedere quegli amici e quei tifosi verso cui nutro ancora tanto affetto. Voglio che i reggiani sappiano che ho sempre giocato con tutta l’energia che avevo senza mai risparmiarmi. Società, città e tifosi avranno sempre un posto speciale nel mio cuore.

Gabriele Cantarelli

Ecco alcune immagini di Garris tra passato e presente