Terminato il pre-campionato biancorosso, dalla prossima domenica si inizia a fare sul serio.
Che bilancio si può tracciare di questa Grissin Bon 2018/19? A fronte di un roster plasmato con giocatori di buonissimo livello, ultimo in ordine di innesto proprio Elonu, la formazione di coach Cagnardi ha palesato momenti di difficoltà evidenti alternati ad altri dove ha espresso buon gioco e ha messo in mostra la faccia (leggi “approccio”) giusta.



Quindi ci dobbiamo preoccupare? La risposta è sì, ma come sempre è scritto nella sabbia, perché ovviamente basterebbe partire bene in campionato e tutto sarebbe spazzato via. Quindi giusto esserlo ma in maniera costruttiva, senza dare per sentenze passate in giudicato qualcosa che non è altro che una prima impressione.

PLUS
Di certo il talento. C’è, è evidente. La squadra reggiana ha dimostrato di avere in Ledo la sua punta di diamante, con un supporting cast importante. Partendo dai progressi offensivi di Candi fino ad arrivare all’apporto di Spencer Butterfield, giocatore che sa dare sempre il suo a patto che abbia accanto “il cocchiere che traina i cavalli”. Cioè: se ci aspettiamo che sia lui a tirare fuori dalle sabbie mobili la squadra nei momenti di difficoltà rischieremmo di aver capito poco del giocatore ex Alba Berlino.
Bene anche De Vico, così come le ultime gare di Mussini e quanto fatto intravedere da un Gaspardo sempre presente a livello di impatto quando non è stato tormentato dagli acciacchi.
La Grissin Bon che corre è divertente, sa fare male, sa sfruttare le caratteristiche di ogni suo uomo e si percepisce abbia giocatori da ritmo alto, linea guida del mercato. Traduzione: quando pensa poco, Reggio fa male. Sintomatico.



MINUS
Siamo onesti, ci aspettavamo meno questioni da sistemare a questo punto della pre-season. Molte meno.
Partendo dal presupposto che fare drammi ora sarebbe non solo sciocco a livello di analisi ma anche controproducente rispetto al veleno che si inietterebbe in vena senza particolari ragioni, essendo pre-season, appunto. Certi aspetti, però, sono da sottolineare perché evidenti.
Il primo tra tutti è quella che possiamo definire come mancanza di certezze nel momento di difficoltà. La Grissin Bon attraversa sempre, in ogni gara, un momento di totale confusione offensiva e in quei momenti si palesa un aspetto: non ci sono ancora saldi appigli a cui aggrapparsi. Tecnici e caratteriali.
E se la chimica di squadra è normale che debba ancora plasmarsi, tecnicamente la squadra non riesce a trovare soluzioni a questi buchi neri. Manca ancora il salvagente, manca la convinzione in quel che si sta facendo. Quindi si entra nel vortice tetro: palla ferma, attacchi prevedibili, sterilità offensiva, disattenzioni dietro…
Altro punto a nostro avviso preoccupante – volendo sceglierne un paio – è il ruolo di Eric Griffin. Che colleziona sì discrete cifre, ma mai come in questo caso più volte “false”.
Il lungo ex Jesi sta palesando grandi difficoltà nel capire dove è capitato e cosa debba essere fatto per aiutare la squadra. Il suo atteggiamento è quel che è, ma non aspettiamoci un “body language” di un Candi, sia chiaro. Però l’indolenza con la quale ciondola per il campo senza mostrare – se non in rari sprazzi – cattiveria e intensità, dimostrano le difficoltà di cui sopra. Servirà tempo? Forse. Ci si aspettava qualcosa di più? Si, con buona pace di tutti.



E se la difesa subisce tanto ma mostra dei principi che però ancora rappresentano minime parti della gara e che dovranno diventare molto più continui, l’aspetto della dipendenza da Ledo in attacco con attorno ancora poche idee e molto confuse è quel che ha lasciato maggiori dubbi.
Ben inteso, ripetita iuvant: il campionato non è ancora iniziato e fare drammi sarebbe davvero poco sensato, anche se si dovesse partire con due, tre sconfitte.
Quel che però preoccupa è l’indole di questa Grissin Bon e sulla quale ci sono soli sei giorni su cui lavorare.
C’è tempo, ancora. E se dovessimo riassumere questa breve e non esaustiva analisi potremmo dire che siamo quasi certi che le cose si sistemeranno, perché Reggio ha roster e qualità ottime (in campo e in panchina) per uscirne, solo ci saremmo aspettati problemi meno fragorosi dopo i primi quaranta giorni. Anche se la pre-season conta davvero come il due di bastoni con briscola denari.