BACKDOOR | 10 domande 10 è la nuova rubrica di Basketime che ci permetterà di portarvi ancora più all’interno del mondo Pallacanestro Reggiana. Dieci domande che spaziano un po’ dappertutto e che sono tenute insieme, manco a dirlo, dalla pallacanestro nel ruolo speciale di filo conduttore.

Oggi è il turno del capitano biancorosso, da anni punto fermo della squadra ma reduce da una serie di noiosi e frustranti infortuni che solo ora, dopo un’estate di intensissimo lavoro, stanno dando tregua ai 214 cm di uno dei due reggiani doc a disposizione di coach Cagnardi. Signore e signori, Riccardo Cervi.



1. Primo contatto con il basket: ricordi a che età e in che modo è avvenuto?
“Il primissimo non lo ricordo perché avevo 5 o 6 anni, quando con amici andai le prime volte al palazzetto, però ebbe vita breve mentre il primo vero contatto con il basket che ricordi fu al Basket 2000 tra i 12 e i 15 anni prima di essere reclutato dal settore giovanile di Pallacanestro Reggiana.”

2. Vincete una partita: cosa fai dopo il match? E se invece perdete?
“In entrambi i casi tendo ad andare a cena con i compagni di squadra, mi piace come abitudine oppure faccio varie cose a casa ma diciamo che non ci sono appuntamenti o rituali fissi che mi imponga di rispettare.”

3. Se fossi un capo ultras che coro ti dedicheresti?
“In tutta sincerità non sono un amante dei riflettori e dell’attenzione quindi non credo mi dedicherei un coro neanche se ne avessi l’opportunità perché non è una cosa di cui sento l’esigenza.”

4. La tua personale “Top 3” di momenti cestistici da giocatore o da spettatore?
“In ordine cronologico: senza dubbio l’argento Europeo con la Nazionale Under 20 (allenata da coach Sacripanti e con compagni quali Melli, Gentile, Baldi Rossi, Moraschini) che fu il mio primo importante traguardo; seconda piazza per la promozione dell’allora Trenkwalder dalla Legadue alla Serie A; infine al primo posto, in coabitazione, l’annata che giocai alla Scandone Avellino insieme all’entusiasmante cavalcata in Eurocup della stagione scorsa.”

5. Il tuo sogno cestistico?
“Spero di riuscire a divertirmi semre fino al mio ultimo giorno da professionista.”



6. Se non avessi giocato a basket adesso staremmo parlando con un…?
“Bella domanda! Se penso al mio recente passato in qualità di studente e alle mie passioni in generale tempo fa mi iscrissi a Scienze Informatiche a Modena ed ero anche parecchio portato; ecco, un futuro in questo ambito non mi sarebbe dispiaciuto!”

7. Una tua passione extrabasket nascosta?
“Siccome la chitarra lo sapete già e il mandolino non è credibile, dico…la chitarra! [ride]”

8. Trip, abitudine, hobby del momento?
“La scorsa estate mi sono cimentato nella pesca ma ahimè con scarsissimi risultati…”

9. Raccontaci il tuo giorno di riposo ideale?
“Mi piace molto stare in mezzo alla natura o magari prendere la macchina e spostarmi, che so, verso il mare o cercando poti molto tranquilli. Lungi da me andare in posti quali centri commerciali oppure camminare per ore e ore, perché altrimenti che giorno di riposo sarebbe?

10. Hai la possibilità di esprimere un desiderio: cosa chiederesti?
“Il libero arbitrio. Vorrei che tutte le persone potessero avere la possibilità di poter fare sempre le proprie scelte senza mai essere forzate, obbligate o costrette da qualcun altro o da situazioni particolarmente avverse.”