BACKDOOR | 10 domande 10 è la rubrica di Basketime che ci permetterà di portarvi ancora più all’interno del mondo Pallacanestro Reggiana. Dieci domande che spaziano un po’ dappertutto e che sono tenute insieme, manco a dirlo, dalla pallacanestro nel ruolo speciale di filo conduttore.
Oggi tocca a uno dei beniamini del popolo biancorosso, sicuramente per la “garra” messa in campo ma anche per la schiettezza con la quale parla sempre di sé e della squadra. Ecco a voi l’uomo a cui non dovrete mai aggiungere un posto a tavola perché è solito togliere le sedie: tifosi e tifose, Niccolò De Vico.
1. Primo contatto con il basket: ricordi a che età e in che modo è avvenuto?
“Fin da quando ero piccolissimo mio padre, giocatore delle giovanili della Pallacanestro Caserta e allenatore a bassissimi livelli, mi ha messo in mano una palla da basket quindi la passione me l’ha assolutamente trasmessa lui. I primi contatti tangibili con il basket sono avvenuti verso i dieci anni alla Forti e Liberi Monza. La prima partita che ho visto in vita mia è stata una di quelle in cui allenava mio padre mentre a cinque anni mi pare di aver assistito ad una gara degli Harlem Globe Trotters.”
2. Vincete una partita: cosa fai dopo il match? E se invece perdete?
“Se si vince cerco sempre di festeggiare o con i compagni o con le persone che mi sono vicine, familiari o amici, che sono venute a vedere la partita; se invece si perde spesso tendo a rovinarmi la serata e non avendo molta voglia di uscire e vedere gente tendo a stare a casa per i fatti miei.”
3. Se fossi un capo ultras che coro ti dedicheresti?
“Sono molto vicino al mondo ultras e mi interesso spesso delle dinamiche del mondo dei tifosi sia del basket che del calcio e, se dovessi dedicarmi un coro, farei come i tifosi del San Lorenzo (nota squadra di calcio argentino, n.d.r.) che sulle note di canzoni attuali e di hit del momento creano cori stupendi per la propria squadra.”
4. La tua personale “Top 3” di momenti cestistici da giocatore o da spettatore?
“Una partita con Biella a Londra durante il torneo dell’Eurolega Under 18 (e io ne avevo 16!!!) contro il Khimki Mosca in cui segnai 35 punti pur non essendo mai stato un realizzatore; la vittoria del derby contro la Virtus Bologna nell’ultima giornata della stagione scorsa sia perché giocammo benissimo sia perché è una gara sempre molto sentita dai nostri tifosi e gara 3 dei quarti di Finale di Eurocup al Bigi contro lo Zenit San Pietroburgo.”
5. Il tuo sogno cestistico?
“Giocare nel Maccabi Tel Aviv. Non c’è un motivo preciso ma ho il pallino degli israeliani da quando ero piccolino, vuoi per la tradizione della squadra vuoi per la loro calorosissima tifoseria ma il mio sogno è sempre stato quello. Anche se dovessi fare panchina per 40 minuti avrei comunque la possibilità di mandare un messaggio a tutti quelli che dicono che non posso farcela.”
6. Se non avessi giocato a basket adesso staremmo parlando con un…?
“Un cardiochirurgo. Di sicuro non già praticante vista la mia età ma sicuramente sulla buona strada per riuscire a farlo.”
7. Una tua passione extrabasket nascosta?
“Sono una persona che ama sperimentare e che va a periodi nel senso che una mattina posso svegliarmi con l’idea di provare qualcosa di nuovo e allora può succedere che possa passare dal dipingere al tagliare bottiglie o al far volare i droni, passatempi particolari ma che mi danno la possibilità di imparare e sperimentare sempre cose nuove.”
8. Trip, abitudine, hobby del momento?
“Addestrare falchi. Ho sempre avuto la passione per gli animali e la natura e grazie a mia mamma, che le conosce bene e mi ha regalato una serie di lezioni, ho potuto immergermi in questa avventura davvero particolare ma tanto soddisfacente, soprattutto quando vedi che gli animali, siano essi un falchetto o un’aquila, rispondono agli ordini che ho imparato e provo ad impartire loro.”
9. Raccontaci il tuo giorno di riposo ideale?
“Quasi sempre il lunedì; come detto in questo periodo al mattino sto andando al corso di addestramento falchi ma spesso cerco di curare i miei acciacchi (facendo terapia o magari un’oretta di stretching a casa) oppure per sbrigare qualche commissione a Bologna, vedere degli amici. Quello che i lavoratori fanno nel weekend io lo cerco di fare il lunedì.”
10. Hai la possibilità di esprimere un desiderio: cosa chiederesti?
“Chiederei di poter aprire un locale in una qualsiasi località tropicale dove porterei tutta la mia famiglia, non importa dove basta che ci siano sole, mare e spiaggia in abbondanza!”