La Grissin Bon ha un “pregio”: ancora una volta ha stupito. Per la terza, quarta volta in questa stagione, la formazione biancorossa ha sbracato pesantemente senza avere il minimo motivo per farlo, guardando al recente passato.



Non siamo impazziti, non veniteci a dire che “il passato parla di una squadra ultima in classifica…”, lo sappiamo. Intendiamo che, dopo qualche spiraglio di luce, ancora una volta la squadra reggiana ha mostrato di avere la solidità mentale e di orgoglio di un castello di carte; senza motivo alcuno viene spazzata via e si autoesclude dalla lotta.
Incredibile a dirsi. Sono cambiate tre squadre ma il risultato è il medesimo. E’ quasi un caso da studiare.
Resta il fatto che manca sempre meno al gong e ora arriva “la gara”. Seguita poi da altre partite di eguale valore, intendiamoci, ma sicuramente quella di Pistoia è quella cerchiata in rosso.

Ecco gli Analytics del match del Paladelmauro.

0: le possibilità che questa squadra, giocando con questo atteggiamento, si salvi. Diciamo la verità e speriamo di essere smentiti domenica (e che ce lo rinfaccino anche, da tanto che ci speriamo): oggi la Grissin Bon sta giocando da squadra già retrocessa che deve arrivare alla fine del campionato per onor di firma. Prestazione scialba, zero orgoglio, zero fame, zero cattiveria agonistica. Reggio oggi non è una squadra che meriti di salvarsi. Questo dice il campo. Poi la storia è piena di realtà che hanno trovato quei 4, 6 punti che hanno cambiato il finale del libro, ma la prestazione di Avellino questo ha detto. E guardando le gare di Pesaro e Pistoia non c’è paragone – al netto dei limiti di ognuna – tra le contendenti. La Grissin Bon non gioca come una squadra che si deve salvare e che ha il tempo per farlo, perché sembra incredibile ma in fondo alla classifica sono tutte ferme da settimane; gioca come una accozzaglia di giocatori senza anima. Questo fa male, malissimo. Anche più della posizione in classifica.



1: i giocatori che hanno imbastito una prestazione sufficiente ieri sera. Gaspardo. Mettetici dentro anche i 13 rimbalzi di Cervi, ma se tiriamo una riga, la prestazione del centro reggiano non può dirsi sufficiente e un Mussini poco preciso al tiro. Forse “meno peggio di altri” è il termine corretto. Gaspardo invece pare rinvigorito dalla cura Pillastrini e in questo inquietante nulla biancorosso, pare essere quello che almeno ci prova. Intorno, nell’ordine: solisti dannosi e anche un po’ arroganti (Allen), personaggi in cerca di un autore (tanti, tra cui Dixon che si sta dimostrando un problema difensivo), Candi e altri per i quali – duole dirlo – la “cicciona ha cantato”, come si dice in America. Un coach che ci sta provando, e si vede, ma trova reazioni quasi assenti. Mai ci saremmo aspettati questo approccio.

8: le gare che mancano alla fine. E’ da diverse settimane che andiamo avanti con questo countdown, che si assottiglia sempre più e lascia sempre meno spazio agli errori. Le gare con Milano e Avellino erano proibitive? Vero. Giocarle con atteggiamento come quella di ieri? Inaccettabile, anche se parlassimo del CSKA contro l’ultima di A2. Ora arrivano tre gare che possono cambiare tutto, ma siamo onesti: questa squadra ha dato l’impressione di poter vincere una di queste prossime tre partite? La risposta è scritta nella prestazione del PalaDelmauro, ma la speranza l’abbiamo tutti, anche se nascosta sotto centimetri e centimetri di polvere e di gelo, di un cuore biancorosso che quest’anno soffre come una bestia. Misera se soffre.