Vittoria doveva essere e vittoria è stata. La Grissin Bon gioca una gara autorevole, al netto di qualche blackout sia difensivo che offensivo in alcuni momenti del match, dimostrando una volta di più che quando decide di accelerare è difficile poi poterla arginare senza subire netti parziali.
Ancora cinque uomini in doppia cifra, su cui spiccano i due “ventelli” di Upshaw e Vojvoda, e segnali confortanti da tutti gli effettivi, con menzione d’onore per un Pardon che sta facendo finalmente intravedere tutto il proprio potenziale. Dopo questo poker di vittorie, non scontate ma fortemente volute, adesso si sale decisamente di livello: Virtus Bologna in casa, Sassari in trasferta, Varese in casa, Milano in trasferta. Momento non certo decisivo ma molto, molto importante per la stagione della Grissin Bon.
Ecco i consueti analytics post match.
42-17: è il devastante parziale (iniziato a metà terzo quarto) che chiude la gara a favore di Reggio, dopo che Pesaro aveva riagganciato la parità a 48 rosicchiando 9 punti alla Grissin Bon. Il segreto è sempre quello: quando Reggio difende forte, controllando il proprio tabellone, può scatenare tutto il suo notevole potenziale offensivo. E aggiungiamo che quando la palla circola in attacco, anche a giochi rotti, i biancorossi possono riuscire a trovare modi di mettere punti a referto anche con situazioni non propriamente “canoniche” (ad esempio le “zingarate” di Johnson-Odom o gli step-back di Vojvoda).
36, 29, 59: sono i punti, i rimbalzi e la valutazione totale del trio Upshaw (20+11, 29), Owens (10+9, 16), Pardon (6+9, 14). La Grissin Bon ieri ha letteralmente dominato il pitturato e il merito è del pacchetto lunghi che ha fatto il bello ed il cattivo tempo contro un avversario, vale la pena sottolinearlo, non propriamente con il coltello tra i denti. Da sottolineare la prova di Dererk Pardon che, partita dopo partita, sta calandosi sempre di più con profitto in questa sua prima esperienza da pro. Per la prima volta appare nei tabellini con cifre importanti e sicuramente già contro la Virtus il banco di prova sarà ottimo per confermare questi miglioramenti.
20: sono i punti di David Vojvoda. Il cecchino ungherese compie un altro passo in avanti nel suo lavoro di adattamento da leader indiscusso, che aveva in patria, a sesto uomo di lusso. Un senso del canestro più unico che raro, e questo lo sapevamo; la capacità di accendersi in un amen e spaccare le partite, piacevole scoperta; fanno del magiaro una delle note più liete di questo inizio stagione. E, non scordiamolo, tutto questo uscendo dalla panchina per coprire le spalle ad un Johnson-Odom che così può “permettersi” di andare fuori giri senza gravare eccessivamente sul rendimento globale della squadra.