Cinque partite in nove giorni. Reggio esce battuta dal PalaPentassuglia di Brindisi nell’ultima fermata di questo viaggio che era iniziato nove giorni or sono, appunto, con la vittoria contro Trento e chiude un tour de force in chiaro-scuro.
Ci sembra giusto analizzare questo periodo nel suo insieme, perché quando una squadra gioca così tanti match in pochissimo tempo, con due innesti appena inseriti e senza un giocatore, questo aspetto è da valutare.
Però…però ci preme anche sottolineare che quella vista ieri sera in terra pugliese è stata una Pallacanestro Reggiana spenta per larghi tratti e, soprattutto, che sta evidenziando la mancanza di quelle certezze tecniche che l’avevano contraddistinta.

Ma andiamo per ordine, nei nostri Analytics.

18-2: il parziale subito dalla Unahotels nel terzo quarto, che ha – di fatto – deciso il match- Inspiegabile. Reggio era tornata a galla, a cavallo del secondo e terzo parziale, impattando la gara a quota 43. Da quel momento la luce si è spenta completamente, a causa di forzature, confusione offensiva e la netta sensazione che si fosse arrivati a raddrizzare la gara grazie a iniziative individuali rispetto a un gioco corale che potesse continuare a impensierire Brindisi.




Taylor è stato sanguinoso in quel frangente e forse (e ripetiamo sempre che con il senno di poi siamo tutti coach senza macchia…) andava panchinato per evitare che incontrasse quel momento in cui tre palle perse tremende dessero nuova linfa alla Happycasa.
Pero prendere due triple fa parte del gioco, non può generare un crollo tecnico e di convinzione come quello visto ieri sera.
La spiegazione? Difficile da trovare. Di certo questa mancanza di carattere che da metà dicembre Reggio palesa non è frutto di un caso, ma abbiamo timore possa venire da alcune certezze tecniche che sono venute a mancare.
Basti pensare a come la truppa di coach Martino faceva viaggiare la palla a inizio stagione e a cosa accada oggi: ieri sera sono stati tutti 1vs1 o quasi.

47.8: la percentuale dal 2 della formazione reggiana in questo campionato. Ultima della LBA. Per rafforzare quel che si diceva prima, Reggio non segna davvero mai ultimamente (da 3 il conto migliora di poco).
E infatti è anche l’ultimo attacco.
Ma la causa di questa percentuale è al qualità del tiri, che sono diventati spesso forzati, frutto di iniziative sporadiche, che arrivano dalle qualità dei singoli più che della circolazione. Contiamo quanti tiri costruiti prende Reggio dall’area: pochi, utilmente pochissimi.

Manca Elegar, in questa ultima gara, ma il concetto non cambierebbe. Reggio nelle sconfitte ha superato quota 73 punti solo 2 volte su 10; nelle vittorie è stata sotto gli 80 solo 2 volte su 7. Reggio le partite le vince in attacco, perché in difesa è una squadra normalissima. Ma deve accendersi offensivamente per rendere al meglio e questo non sta accadendo più da metà dicembre.




7: il numero di Leonardo Candi. E’ una bella conferma nelle difficoltà del momento. Leo c’è sempre, lotta, segna, difende, recupera palloni. Una bella certezza.
Ieri, con un Baldi Rossi che ha giocato una nove giorni di alto livello e che quando disputa queste gare fa accadere spesso cose buone per la Unahotels, e Bostic, unici a salvarsi; con il secondo tempo di un positivo Momo Diouf, bravo a riprendersi dal peggior primo tempo dell’anno.
Candi oggi non può giocare meno di 30-33 minuti per dare un certo tipo di dimensione a questa squadra, che sta avendo poco da Kyzlink, sprazzi da Bostic e che ha un Koponen a cui non si poteva francamente chiudere di più da queste cinque gare e un Sutton che – ma questo lo avevamo già detto – fa e disfa come ci ha sempre abiutato a fare nella sua carriera. Ma questo è altro ruolo.

Ora Virtus, Milano in Final Eight, pausa: dalla gara di Brescia ci aspettiamo tutti una nuova Unahotels, perché è vero che l’obiettivo dichiarato è la salvezza, ma il roster e la classifica impongono di guardare un po’ più su. Se così non sarà, la valutazione di questa squadra sarà certamente non positiva, perché il tunnel imboccato – nonostante la qualificazione alla FinalEight e ai playoff di Europe Cup che sono sicuramente buoni traguardi – a oggi è piuttosto preoccupante. Ma c’è tempo per invertire la rotta in un campionato così equilibrato e folle.