Il copione non accenna a cambiare. Reggio esce sconfitta anche dalla decisiva sfida salvezza contro la Fortitudo Bologna e, aspetto ancor più grave, lo fa contro una squadra decimata dagli infortuni di Saunders e Whiters e lo fa senza mostrare quell’orgoglio, quella rabbia che ci si sarebbe aspettati da una settimana come quella trascorsa.
Ecco i nostri amari Anaylitcs
4: le palle perse reggiane. Posto che le statistiche di venerdì sera vanno prese con le molle perché contengono diversi errori, evidenti a chi ha seguito il match, sicuramente sono poche e questo è un dato positivo. Nella disarmante pochezza della gara contro la F, la maggior razionalità con la quale sono stati gestiti gli attacchi e il non aver completamente “sbroccato” in attacco sui due -9 sono sicuramente i dati di partenza positivi.
Ecco, siamo agganciati a questo. E’ poco? a marzo è niente, pochissimo, ma in queste condizioni ci piaceva sottolineare due dati incoraggianti per l’era Caja, che ha provato a mettere dentro qualche accorgimento tattico nuovo e si è visto, ma in due giorni i miracoli sono roba per chi non è di questa terra.
3/25: il tiro da tre punti reggiano. Ch fossimo dipendenti lo abbiamo sempre saputo, per caratteristiche dei giocatori. Ma se hai Koponen (stava crescendo ma è fermo a un livello di forma al limite dell’indecente, forse è arrivato?) che fa 0/7 prima del canestro annullato, Taylor che spara 1/8, allora sei morto. Poi, mettiamoci che attorno c’è stato poco o nulla se non Sims (in attacco, perché in difesa anche il neo arrivato ha commesso disastri in serie), ecco che la squadra reggiana, pur avendo avuto il merito di restare sempre in gara…contro una F che ha ruotato a 7, quindi serviva una impresa per uscirne davvero…), ecco che si arriva al finale con soli 3 punti segnati in 6′ di ultimo quarto che hanno condannato Reggio.
0: come l’orgoglio e la cattiveria che abbiamo visto nei giocatori reggiani. Ripetiamo, dopo una settimana come quella trascorsa e con la posizione di classifica attuale, ci aspettavamo giocatoti che volessero dimostrare qualcosa, anche per orgoglio. Invece abbiamo visto piattume e rassegnazione. E’ stata una gara identica a quelle giocate negli ultimi tre mesi, con poca intensità, poca voglia di sbucciarsi le ginocchia, poca cattiveria per provare a rispondere al destino. Boh, cosa volete che vi diciamo? Se manca anche questo allora la strada è davvero segnata, perché le squadre che si salvano alla fine dei campionati pensate che lo facciano di tecnica e fioretto? Lo si fa di cazzotti e orgoglio e oggi la Unahotels ne è sprovvista. Speriamo nell’ennesima impresa di coach Caja.