DISCALIMER: queste righe sono scritte volutamente a caldo, perché temiamo che farlo a freddo, stavolta, possa edulcorare troppo il nostro reale pensiero: la misura è colma
Sapete cosa c’è di peggio che perdere, a Reggio? Farlo senza metterci orgoglio, anima.
Sapete cosa c’è di peggio di retrocedere perdendo il 99% delle partite giocate da tre mesi a questa parte? Farlo senza metterci voglia, senso di apprtenenza.
La misura è colma. Lo spettacolo offerto nel secondo tempo della gara dei quarti di finale di Europe Cup è stato francamente qualcosa che non ci saremmo aspettati di vedere, nonostante le ultime lune non fossero proprio foriere di buone notizie.
Disarmante leggerezza. Poco orgoglio. Zero anima. Chi veste la casacca della Unahotels, salvo rare eccezioni che citiamo perché quando la situazione è così grave ci piace fare nomi e cognomi (Leonardo Candi), non ha la minima intenzione – almeno per quanto lascia intravedere in campo – di salvare la baracca, di dare una sferzata alla stagione drammatica, di lottare fino all’ultimo secondo.
Si vivacchia, si sta in campo quasi per onor di firma. C’è chi ha limiti tecnici, c’è chi li ha caratteriali e di volontà. E allora anche questa competizione, che rappresentava l’ultimo salvagente di un’annata che non avrà, al termine, nulla da salvare, è stata spazzata via dall’atteggiamento indolente che ormai si è soliti “ammirare” con quanto a corredo scagliamo contro la televisione.
E sapete cosa ci fa estremamente rabbia, anche? Che le regole prevedano che la società che retrocede veda liberarsi dai contratti pluriennali gli artefici del risultato sul campo.
Invece ci piacerebbe vedere alcuni giocatori – se legati anche per l’annata successiva a una come questa – come si comporterebbero.
Ma chi se ne frega, giusto? Tanto non retrocede nessuno. Eh sì, cosa volete che sia?
E invece vi diciamo una cosa: questa è la peggior Pallacanestro Reggiana da metà anni ’90. Ma almeno allora c’erano problemi differenti che giustificavano la situazione.
Oggi invece non c’è niente. Ci sono fantasmi che vestono una maglia biancorossa. Fantasmi senza anima. E a Reggio conta più l’anima che il talento. E’ sempre stato così e sempre lo sarà. Per gli attuali giocatori e per quelli che verranno, che speriamo non siano gli attuali. Perché vogliamo che finisca presto tutto, dimenticandoci di tutto.
Condoglianze sportive alla nuova proprietà, non se lo meritava proprio. E non ce lo meritavamo neanche noi.