Successo sudato ma meritato quello ottenuto ieri sera dalla Unahotels al PalaDozza contro una Fortitudo mai domani al netto delle difficoltà sia in campo sia in panchina, con le dimissioni di Repesa nel post.
La squadra di coach Caja ha lottato, è stata avanti per 37′, di fatto, e ha saputo non affondare nel momento di difficoltà. Brava la F ha colpire con soluzioni spesso non semplici; brava la Unahotels ha restare concentrata, a trovare soluzioni pazienti, a colpire dove doveva la Fortitudo.
Ecco i nostri Analytics del match del PalaDozza.
7: come le palle perse da Reggio. Poche, molto poche. Se consideriamo le difficoltà che la squadra reggiana ha avuto in questo fondamentale lungo tutta la pre-season, il dato di ieri è molto positivo. La Unahotels ha avuto pazienza, ha attaccato con lucidità, ha trovato chi voleva e quando voleva. A volte si è intestardita ma si contano sulle dita di una mano le volte in cui c’è stato un errore palese o grossolano. Contro una squadra che voleva apertamente alzare il ritmo, aver gestito così bene questo dato è stato decisivo.
12, 11, 2, 12: i punti, rimbalzi, stoppate, +/- di Mikael Hopkins. Che fosse in netta crescita si era visto nelle ultime gare. E’ arrivato tardi rispetto ai compagni e questa era la motivazione del suo difficile innesto iniziale (così come il fatto che veniva servito poco…). Ieri ha fatto una gara da Hopkins, senza giocate strabilianti ma di sostanza, di pulizia e di tenuta lungo i 30′ di impiego. La sua multidimensionalità in attacco può fare male alle avversarie, così come la sua capacità di giocare spalle a canestro ricevendo profondo. Va innescato, non ci stancheremo mai di dirlo. E quando arriveranno le partite in cui faticherà, perché non è Bill Russell e arriveranno, non deve perdere fiducia. Per Reggio è insostituibile.
18: gli assist di Reggio. Condividere la palla, cercarsi, trovarsi, avere pazienza. Riassumetelo come volte questo dato, ma la sostanza rimane. La Unahotels è una squadra che quelli bravi chiamano “di sistema”. E nella serata in cui l’unico capace di giocare a “gioco rotto” vale dire Thompson, fatica, i biancorossi si cercano e si trovano con razionalità, andando nel pitturato praticamente sempre nel finale per tiri ad alta percentuale, facendo muovere la difesa F e provando a scardinarla vicino al fortino invece che sparando a salve. Bravo Caja, brava la squadra (che con Cinciarini gira molto meglio che con Crawford, ma anche questo era quasi scontato che accadesse).