E’ stato presentato questa mattina nella sede di via Martiri della Bettola, il neo innesto biancorosso, il lettone Arjoms Butjankovs.

Aggregato dapprima agli allenamenti, post esperienza in Russia, ora è a tutti gli effetti un componente della squadra reggiana.

Il lettone, presentato dal DS Filippo Barozzi, conferma la sua voglia di mettersi a disposizione della formazione di coach Caja.

Barozzi: «Artjoms era con noi da tre settimane e ha terminato la sua esperienza in Russia per i fatti che tutti consociamo. Abbiamo ritenuto corretto anche dopo averne parlato con coach Caja, dare una soluzione in più a lui viste le assenze di Diouf e Olisevicius che giocava sia da 3 che da 4.

Come sapete – prosegue Barozzi – non potrà giocare in finale di Fiba Europe Cup, per la chiusura dei tesseramenti avvenuti a marzo, però in LBA potrà scendere in campo.

E’ giocatore fisico, che ha mano anche da tre punti che potrà aiutare in quel settore».

Tocca poi al diretto interessato presentarsi: «Grazie a tutti, compresi i fans e gli sponsor, per avermi dato questa possibilità. Ho creato la mia carriera in paesi diversi ma essere qui è un bel trampolino, la chiamerei anche “fortuna” ma ho lavorato tanto. Mi ha colpito la professionalità a tutti i livelli, staff, giocatori, coach e società; ho giocato in VTB League e posso dire che ho trovato un grande livello qui, più alto di Riga e Ventspilis dove ho giocato.

In secondo luogo i fans: il loro calore e il loro entusiasmo. Ho capito che il basket qui in Italia è una vera religione.

Ho giocato in Russia come quattro, sono stato il miglior Bosman player della lega in quel ruolo, posso giocare anche da 5 moderno, come si dice adesso. Se guardate le statistiche ho tirato il 40% dall’arco ma non mi limito a quello, penso di poter aprire il campo in questo modo quando vengo schierato da centro. Ora voglio farlo a questo livello che è diverso da quelli in cui ho giocato.

Ho iniziato a giocare tardi, perché quando ero in Lettonia dovevo scegliere tra calcio e basket, di solito chi viene dalla Russia giocava a calcio ma un giorno mio ex allenatore mi ha notato e a 13 anni ho iniziato.

Coach Caja – prosegue il lettone – è simile a coach Stelmakers (allenatore della Lettonia, ndr), come mentalità, quindi ci ho messo poco a capire cosa volevo. Mi ha chiesto di dare fisicità e difendere e di seguito l’attacco verrà.

Ho capito una cosa in queste settimane, dell’Italia: c’è grande senso di appartenenza per la propria cultura, il cibo, la vita. Ma è chiaro – scherza – che se provi tutto il cibo italiano fai fatica a essere in forma e restare sano come atleta».

Filippo Barozzi parla poi anche di mercato: «Proprio ieri ci siamo confrontati con coach Caja e lui ha detto che per inserire un giocatore giusto serve tempo. Pertanto per ora abbiamo deciso insieme, anche per le buone prestazioni che hanno avuto i ragazzi e la soddisfazione del coach su di loro, di restare così, pur rimanendo vigili e pronti qualcosa accadessero altri infortuni o problemi».