E’ iniziata ufficialmente questa mattina presso la sede della società biancorossa in via Martiri della Bettola, la “seconda era Menetti”.

Il nuovo coach biancorosso è stato presentato ai media durante la consueta conferenza stampa, alla quale era presente l’AD biancorosso Alessandro Dalla Salda

Ed è proprio Dalla Salda a fare gli onori di casa aprendo la conferenza.

«Il primo pensiero – inizia l’AD – vuole essere rivolto ad Attilio Caja, con la quale abbiamo condiviso quindici mesi intensi; a lui va il mio e il nostro ringraziamento per una stagione molto molto positiva, chiusa con i playoff e con la entusiasmante finale di Europe Cup. Con il coach, come ho detto a lui nel colloquio dell’altra sera – prosegue Dalla Salda – è la salvezza, risultato del quale gli saremo sempre riconoscenti.

Chiudendo questo discorso, il tema della scelta di non continuare la scelta con lui non è stata sicuramente facile né presa a caldo. E’ stata una scelta maturata con i soci e i dirigenti nel tempo; abbiamo ritenuto che in questi mesi intensi tutti abbiamo dato tutto e questo mini-ciclo fosse esaurito. Abbiamo ottenuto il massimo da questa collaborazione, però con l’ultima partita abbiamo detto “fermiamoci qua”. Volevamo proiettarci al futuro con un altro condottiero, perché vogliamo programmare altre stagioni con un nuovo coach ed è una scelta che va al di là dei risultati. C’è una quotidianità e un contorno al campo.

Allora ci siamo attivati per la ricerca di una nuova guida tecnica; la convergenza è arrivata a Max che ci da fiducia per visione e condivisione, che è fondamentale. Programmi, comunicazione, idee; pensiamo di avere dei limiti ma abbiamo bisogno di condivisione totale.

Max ha firmato un accordo triennale, con opzione di uscita reciproca al termine del secondo anno per entrambi. Ci auguriamo che questa non venga utilizzata ma ci sembrava giusto tenerci questa soluzione.

Ovviamente abbiamo avuto colloqui con altri profili poi è entrato in gioco anche Max.

Speriamo che a settembre sia pronto il palazzo, però a oggi non possiamo controllare questo aspetto, anche se questa lontananza sta diventato pesante sia economicamente sia sotto l’aspetto del marketing».

Tocca poi al nuovo coach della Unhotels.

«Ringraziono la presidente Bartoli, i soci, per questa scelta perché mi motiva molto. Non per una scelta nostalgica, ma per quello che sarà.

Volevo una squadra che disputava le Coppe, aspetto che mi gratifica e che ritengo fosse prioritario per la mia carriera. E dopo Treviso, che ringrazio per queste annate stupende.

E allora ecco Reggio, che ha fatto una stagione stupenda per la quale faccio i complimenti sia alla società sia a coach Caja. E’ questo il livello al quale ambisco a rimanere, vedendo un grande ambiente che ha mosso anche tantissime persone a Bologna per la finale di Coppa.

Per me questa società è tutta nuova. Quindi o sfogliavo l’album dei ricordi o agivo per costruire una storia nuova.

Era destino – scherza Menetti – che non giocassi al PalaBigi da avversario; ho grande stima per il sindaco Vecchi che ringrazio per le parole di stima e sono certo che per rispettare quanto ci ha detto, indosserà l’elmetto e andrà in cantiere lui stesso».

Ovvia la domanda sulla squadra che verrà: «Guardate, i ritorni – anche nel calcio – devono essere realistici: Zeman al Foggia è tornato tre volte ma senza Baiano, Rambaidi e Signori non è stata la stessa cosa. Stessa cosa ha detto Capello sull’allenare il Milan. Credo occorra solcare una parte del cammino fatto ma con novità per evolversi. E’ ancora presto per sapere cosa sarà della squadra ma ho già iniziato a prendere informazioni sugli aspetti dei giocatori dell’anno scorso, che comunque ho affrontato e seguito.

Sono convinto che quell’anno della fine del ciclo, io sentivo che era il momento giusto per fare altre esperienze, misurarmi e avere nuovi stimoli. L’esperienza a Treviso mi ha maturato molto, come persona e allenatore. C’è però stato sempre un affetto e un legame per la città e il fatto che ci sia anche un club nuovo mi stimola ulteriormente, con una società con struttura ancor più articolata di quella che ho lasciato. Voglio mettere della pagine nuove nell’album.

Il campionato che ci si prospetta sarà molto diverso. Avremo due squadre in Eurolega e il tema degli italiani di un certo valore saranno sotto il controllo delle due potenze. Quindi non credo che si potrà replicare il roster fondato sugli italiani, ma su questo aspetto penso dovremo anche contare sul lavoro del settore giovanile che la proprietà mi ha confermato di voler continuare a tenere come asset.

Ho avuto l’impressione di una società molto ambiziosa, aperto alla crescita e che vuole però mantenere i valori della reggianità dei proprietari: presidente, vice, consigliere, ad, ds e coach che sono di Reggio».