Kassius Robertson, combo di 191cm per 82kg, canadese, in uscita dalla lega della sua nazione dove ha disputato la finale per il titolo, dopo due stagioni in ACB, all’Obradoiro.
Che giocatore è l’ex Fortitudo, tra le altre? Reggio ha fatto la scelta giusta con il suo ingaggio? Andiamo a scoprire le caratteristiche di una guardia che sta evolvendo il proprio gioco.
Chi è Kassius Robertson?
Guardia che si sta progressivamente trasformando in combo. Realizzatore, tiratore ma non solo che è stato tra i top 7 realizzatori di un torneo del massimo livello come l’ACB spagnola. Dopo l’annata in Germania e alla Fortitudo, dove ha messo in mostra buone cose, la sua carriera ha fatto il salto.
Che caratteristiche ha?
E veniamo all’analisi dell’evoluzione del giocatore, dal tiro da 3 di altissimo profilo, con qualche numero. “Robertson è una guardia e non un play, è una combo, tira e basta”: falso. Robertson nel corso di questi anni si sta trasformando in un creatore di gioco. Rispetto all’annata della F, nell’ultimo anno a Obradoiro ha aumentato di quasi il 15% i possessi da PNR e ISO, con un delta tra questi e quelli di spot-uscite del 28% in favore dei primi; numeri che ci fanno capire che il processo di cambiamento da 2 a 1-2 è reale e concreto. Oggi gioca il 54.3% di possessi in situazioni da combo (PNR handler e ISO) contro il 26.4% di situazioni da guardia tiratrice pura (Spot up e C. Off.), mentre a Bologna giocava il 39.8% delle medesime situazioni da combo. Questa transizione si può notare anche dal progressivo numero di assist, 1.6 alla Fortitudo, 2.7 la prima stagione ad Obradoiro e 3.8 l’ultima annata, con una ratio assist/minuti-possessi notevolmente in crescendo.
Questo, seppur dettagliato al massimo, quello che serve per provare a capire il suo cambiamento.
Poi è un creatore di vantaggi. E in questa Unahotels questo serviva. Serviva come ossigeno.
Quali debolezze ha?
Sicuramente non è fisicamente un tornado né in difesa né attaccando il ferro. Il suo gioco inbetween è praticamente nullo (cioè o tira da 3 o va in drive al ferro, e ci arriva spesso). In difesa contro gli 1 ci sta eccome; se si sale fatica.
Non ha arresto e tiro dalla media, appunto, e non sempre è continuo come attenzione difensiva.
Poi la sua trasformazione va ovviamente adattata al contesto squadra. Questa non è una debolezza ma è giusto ritenerla, a oggi, un punto di domanda che speriamo tutti possa essere cancellato già dal raduno.
A chi assomiglia tra i giocatori che conosciamo, nel miglior dei casi?
Robert Hite, ex biancorosso in A2 anni or sono, per dare un metro di paragone noto a tutti. Meno fisico ma con quella capacità di gestire il pallone e i tiri. Ora più creatore di gioco primario di Hite. O Scott Bamforth, seppur meno talentuoso. O Tyrus McGee, ma meno esplosivo come atletismo.
Perché ha scelto Reggio?
La società biancorossa parla di grande voglia di mettersi alla prova con il ruolo che gli è stato assegnato. Per progredire nella sua carriera e confermarsi a un certo livello che le stagioni in ACB gli hanno permesso di raggiungere.
Ma “èl boun”?
Sì, lo è. La stagione in Fortitudo aveva già mostrato che questo è un realizzatore vero; quelle in Spagna che sta crescendo, è nel pieno della maturità cestistica e vuole affermarsi ancor più.
Giocare affianco a Cinciarini potrà portargli grossi vantaggi, mentre giocare al suo posto, innescando i Vitali, gli Olisevicius e gli Hopkins potrà dargli una dimensione che amplierà la sua pericolosità. Se sarà una scommessa vinta lo dirà il campo, ovviamente. Ma sul giocatore non c’è discussione.