Classe 2006, originaria di Scandiano, Caterina Piatti è figlia d’arte. La mamma Eszter con la nazionale ungherese ha disputato i Campionati europei del 1991 vincendo la medaglia di bronzo, il papà Gigi è oltre che stimato ex giocatore è ora l’allenatore della Wapum Cavezzo, reduce dalla positiva esperienza alla guida della Pallacanestro Scandiano.
Caterina ha iniziato il suo percorso nel mondo della pallacanestro alla Boiardo Scandiano, finite le scuole medie ha lasciato la sua città natale per approdare nel blasonato settore giovanile del Basket Costa. Nonostante le ultime due stagioni siano state rese particolarmente complesse dalla situazione pandemica Caterina si è costantemente allenata con il gruppo della serie A e si è tolta numerose soddisfazioni, come lo scudetto under19 conquistato pochi mesi fa.

La conquista del tricolore non è stata però l’unica gioia dell’estate delle sedicenne scandianese, estate che nella sua parte finale si è colorata di azzurro. Dopo un lungo ritiro, è stata selezionata da coach Roberto Ricciardi per essere tra le 12 a rappresentare l’Italia under16 ai campionati europei di Matosinhos. Nel corso della manifestazione continentale Caterina si è ritagliata uno spazio via via sempre più importante, partendo in quintetto e chiudendo il torneo a quasi 24 minuti di media sul parquet. L’europeo azzurro è iniziato con la vittoria contro la Finlandia, seguita poi dalle sconfitte con Ungheria e Croazia, nella quale Piatti ha chiuso in doppia doppia con 16 punti e 11 rimbalzi. La sorprendente vittoria contro la Lituania nei round of 16 ha consentito alla truppa di Ricciardi di accedere ai quarti di finale 1-8 posto. Opposta alla corazzata francese, Caterina ha chiuso di nuovo in doppia cifra. Prove positive per lei anche nelle due sconfitte finali che hanno consegnato alle azzurre l’ottava posizione come piazzamento finale. A livello individuale Piatti ha chiuso il suo europeo a 7.4 punti e 5.7 rimbalzi di media.

Abbiamo contattato Caterina nei giorni immediatamente successivi il suo ritorno dal Portogallo e le abbiamo chiesto di raccontarci le sue emozioni.

A 13 anni hai lasciato casa per inseguire il tuo sogno
Ho iniziato a giocare a 11 anni e, non avendo ancora ben chiare le idee su che sport avrei preferito, facevo allenamenti sia di pallacanestro alla Boiardo Scandiano sia di volley, con le rispettive gare nei weekend. Finite le scuole medie alcune società hanno contattato la mia famiglia per informarsi in merito alla mia disponibilità a spostarmi per giocare a pallacanestro. La possibilità si è resa concreta quando ho avuto la possibilità di svolgere alcuni allenamenti a Costa Masnaga, società di prima fascia per il settore giovanile e non solo. Il primo approccio a Costa è stato assolutamente dei migliori, ho trovato ragazze estremamente talentuose ma anche simpatiche e sempre sorridenti. Ho immediatamente capito che quella sarebbe stata la mia nuova casa, senza troppi tentennamenti.

Nonostante la pandemia di mezzo, a Costa ti sei ben presto tolta delle soddisfazioni importanti…
Si, il primo anno è stato impegnativo ma decisamente soddisfacente. Prima della partenza pensavo che avrei fatto molta fatica ad adattarmi alla vita in una nuova famiglia -la famiglia Allievi, che non finirò mai di ringraziare- all’inizio della scuola superiore a Bernareggio e ai numerosi allenamenti quotidiani a Costa. Uscivo la mattina presto e tornavo la sera tardi. Il Covid ha poi creato ulteriori disagi, ma fortunatamente essendo aggregata all’A1 ho sempre potuto allenarmi regolarmente. Nell’estate 2021 non sono state organizzate le finali nazionali, ma fortunatamente è stata creata una sorta di Coppa Italia U20 durante la quale ho potuto assaggiare il campo contro squadre di livello importante. Quest’anno la pandemia ci ha dato relativamente tregua, così in qualche modo siamo riusciti a portare a termine sia i campionati U17 e U19 che la serie B lombarda.

Nel giugno del 2022 è poi arrivato lo scudetto under19..
Un’emozione unica giocare ed essere protagonista in una squadra di ragazze più grandi in cui spiccavano nomi come quello di Vittoria Allievi o delle gemelle Villa, compagne eccezionali sia in campo che fuori. Pochi giorni dopo alle finali under17 abbiamo perso la finalissima contro il Basket Roma. Superato la fisiologica tristezza e il grande rammarico per la sconfitta abbiamo cercato subito di analizzare ciò che avrei dovuto fare per il mio percorso di crescita.

Durante l’estate poi la chiamata della nazionale under16.. che emozione è stata? Te l’aspettavi?
A dicembre 2021 c’è stata la prima convocazione con la nazionale under18 per un collegiale di 3 giorni e lì ho iniziato a capire cosa vuol dire indossare la maglia azzurra. La chiamata in nazionale under16 questa estate ha portato un carico di emozioni e di impegni che non avevo mai provato. Compagne e staff nuovo, due allenamenti al giorno e collegiale per circa un mese. Sinceramente mi aspettavo la convocazione, ma fino a quando non la si vede nero su bianco non la si crede mai possibile. Nel corso del raduno ci sono stati naturalmente alti e bassi sia da un punto di vista tecnico che mentale. Le aspettative salgono e per il mio carattere non è sempre stato facile affrontare in maniera positiva le diverse situazioni che si sono via via susseguite. Quando lo staff ha diramato i nomi delle 12 che avrebbero rappresentato l’Italia in Portogallo ho provato emozioni contrapposte. Da una parte tanta felicità per essere stata selezionata, dall’altra momenti in cui l’apprensione data dalla grande responsabilità prendeva il sopravvento. Tutto è stato reso più facile dalle compagne, con le quali ho legato molto da subito.

A livello sportivo avete chiuso all’ottavo posto, soddisfatta o si poteva fare meglio?
L’ottavo posto credo sia figlio degli alti e bassi del gruppo di cui già ho fatto cenno. Il gruppo delle 2006 non ha avuto esperienze in precedenza, nè tradizionale Trofeo delle regioni ne il torneo dell’Amicizia con la nazionale u15. Pensando a ciò, forse non siamo andate poi così male, anche se sicuramente potevamo fare tutte di più e meglio.

Da un punto di vista personale ti sei ritagliata uno spazio importante, partendo sempre in quintetto…
Dal questo punto di vista ho giocato partite discrete ma il mio percorso di crescita è ancora lungo. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con le migliori giocatrici d’Europa e sono riuscita a stare in campo ma per competere ad alto livello bisogna mettere sul parquet quella determinazione e quella ruvidezza mentale che ancora non sempre mi appartengono.

Ora immagino si torni subito al lavoro a costa, dove farai parte del gruppo di A2, quali sono gli obiettivi per il futuro?
Ora dopo una breve vacanza tornerò a Costa Masnaga dove mi attende una stagione piena di impegni: nuova vita in appartamento con delle compagne, nuova scuola a Lecco e tanti impegni con la serie A2, la serie B e i campionati under17 e under19. Il nostro obiettivo è sicuramente riscattare lo scudetto under17 e a livello personale spero di riuscire a ritagliarmi uno spazio all’interno della prima squadra.

Ringraziamo Caterina per la disponibilità e le facciamo un grande in bocca al lupo per il futuro.